domenica 25 marzo 2012

CHUCHO VALDES: CHUCHO'S STEPS


L'odissea del pianista cubano Chucho Valdes è lunga, dai suoi inizi di carriera al fianco del padre nell'orchestra jazz di Cuba fino ai giorni nostri e all'avventura da solista come veterano del pianoforte jazz, Chucho ha infuso sempre linfa vitale alla musica jazz e latina. Valdes non è mai stato incatenato alle sue idee ma ha continuato l'evoluzione del proprio pensiero musicale, trovando tante strade e ramificazioni nei vari stili da portare la sua musica in molti ambiti e ambienti. Ha esteso non solo i confini del suo jazz ma anche le sue competenze, non fermandosi ad essere un ottimo pianista, ma anche un band leader ed un compositore.
Partiamo dalla copertina di questo album: si vede il maestro cubano che si avvicina ad un assolato incrocio, un'immagine che richiama il Sud rurale, il blues del Delta. Il crocevia è un luogo dove convergono le influenze e Chucho è la persona in cui il jazz afroamericano e le tradizioni afro-cubane si incontrano. La musica unisce i popoli di lingue e tradizioni diverse, non presta attenzione ai confini geografici e alle frontiere culturali. La globalizzazione non è una novità per i musicisti e Chucho Valdes incarna perfettamente questo pensiero.
Traccia simbolo del Valdes pensiero è la prima "Las caras dos" ("Both Sides") in cui allude proprio alla miscela tra jazz americano e latino. Mentre "Yansa" che, nella tradizione e mitologia cubana, sta a significare la dea che controlla il vento e i fulmini è una forza della natura e come l'intero album fa esplodere il suo vigore dagli altoparlanti spazzando via tristezza e malinconia.
L'elettrizzante "Zawinul Mambo" incarna perfettamente il pensiero di Valdes, brano in cui possiamo scoprire una miriade di concetti inglobati in un unico corpo. La melodia rende il primo impatto dell'ascoltatore pieno e saturo, il ritmo è scandito perfettamente dal percussionista Robles. Il pezzo allarga i suoi confini con l'entrata della tromba che deliziosa e potente crea una spaccatura. Infine il sax tenore di Miyares dà quel tocco di variazione dinamica e armonica che aiuta Valdes e gli permette un dialogo più vario e articolato.
"Julian" si muove in linguaggi diversi. All'inizio sembra quasi un inno tranquillo suonato da Hernandez che subito dopo lo trasforma in un blues nostalgico. Riempie il cuore di emozioni lasciando a Valdes il compito di riconvertirlo dando quasi un senso di gioia e speranza.
"Danzón" incorpora diversi stili e ritmi senza soluzione di continuità. Si apre come una ballad in duo pianoforte e sassofono, il ritmo è percussivo e preciso, subito dopo viene spostato a tempo di valzer. Se questo non bastasse, riescono verso la fine ad inserire anche un leggero ritmo caraibico. L'impulso e il sound di questo brano è stupendo dà la carica più di un caffè.

01. Las dos caras (Both Sides)



02. Danzón



03. Zawinul's Mambo



04. Begin to be Good



05. New Orleans



06. Yansá



07. Julián



08. Chucho's Steps



Musicisti:
Chucho Valdés: pianoforte
Juan Carlos Rojas Castro: batteria
Lázaro Rivero Alarcón: basso
Yaroldy Abreu Robles: percussioni
Carlos Miyares Hernández: sax tenore
Reynaldo Melián Álvarez: tromba
Dreiser Durruthy Bombalé: voice leader and batá drums (6)
Baira Fermina Ramírez, Yemi Menocal, Lázaro Rivero Alarcón, Yaroldy Abreu Robles: chorus

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