lunedì 30 gennaio 2012

NILS LANDGREN & JOE SAMPLE: CREOLE LOVE CALL


Oggi consiglio questo disco che amo tantissimo, inciso a nome di due musicisti, Nils Landgren, trombonista svedese che ha collaborato con numerosi jazzmen internazionali, da Herbie Hancock a Pat Metheny fino ad arrivare agli ABBA. In questa incisione lo ritroviamo con un mostro sacro del piano jazz, Joe Sample, musicista a lui molto caro e tra i suoi preferiti. Assieme vogliono omaggiare la musica di New Orleans suonando una serie di brani celebri e no che culmineranno nel finale con il pezzo scritto da Duke Ellington che dà il titolo all'album.
Si avvarranno di un nutrito numero di musicisti di supporto da Ray Parker Jr alla chitarra a Charmain Neville alla voce fino alla Piety Brass Band. Landgren si riserva in tutti i brani interventi discreti quasi a significare la devozione per la grande tradizione neworleansiana dal Hot jazz al R'n'B per arrivare al Soul e alle riletture contemporanee in stile Dirty Dozen. Un lavoro che assume alla luce della tragedia che aveva sconvolto la città statunitense in quel periodo un significato ancora piu' pregnante. 

Get Out Of My Life Woman (4.16)
Intro affidata al piano solo che lascia spazio alla voce e al trombone di Landgren che espone il suo solo con sordina e con suono graffiato. Un bel blues stampo New Orleans di Allen Toussaint proposto in maniera grintosa.


(Sittin' On The) Dock Of The Bay (4.33)
Cover famossissima di Otis Redding, in questa versione arricchita di swing e grinta jazzistica. Cantata in duetto con Parker, Landgren lascia in disparte il suo strumento e da un vena di novità a questo conosciutissimo blues.


Nightlife (4.34)
Ballad di Willie Nelson (che da poco ha inciso uno splendido cd con Winton Marsalis), musicista country. Strepitoso il solo di trombone di Landgren, il suono potente e caldo di questo strumentista fa di lui uno dei miei preferiti. 


Soul Shadow (5.17)
Brano composto da Joe Sample (pianista dei Jazz Crusaders) molto ritmato, usato in molte colonne sonore, qui sconfiniamo forse nel pop di qualità. Ci pensa il trombone di Landgren a mettere quel pizzico di jazz, con un bel solo tecnico e blueseggiante.


The Brightest Smile In Town (6.23)
In un cd che omaggia New Orleans non può mancare un pezzo di Ray Charles, anche se la voce e il carisma del pianista nato ad Albany è inarrivabile, i soli di trombone mi fanno impazzire. Qui Sample riprende le vesti del blues man e ci fa sentire un solo degno del miglior Ray Charles.


Don't Take Your Love To Hollywood (3.14)
In questa traccia si ritorna ad una composizione di Sample che abbandona il pianoforte per prendere il piano elettrico. Qui l'attenzione è incentrata nel testo e nel canto con qualche elegante intermezzo di Sample e Landgren.

One Day I Fly Away (4.00)
Continuano i brani a firma Sample, questa volta una ballad per librarsi nei cieli di questa meravigliosa musica, suonata ed interpretata ottimamente.



With You In Mind (3.14)
Bellissimo blues di Allen Toussaint (autorevole esponente della musica di New Orleans) con qualche punta anche di R&B statunitense. Potente la voce di Chamaine Neville che duetta con Landgren. Ne esce una canzone spettacolare.



I Can't Get Enough Of Your Love (5.34)
Altro brano di Joe Sample, questo album è stato registrato in tre giorni nel maggio 2005, questo fa capire ancora meglio lo spessore degli artisti che lo hanno inciso. Landgren torna al trombone con un solo melodico e tecnico. Una particolarità: di solito usa un trombone di colore rosso, colore che ricorda una delle ultime trombe di Miles Davis.


Love The One You're With (3.19)
Cover del chitarrista texano Stephen Stills (componente del celeberrimo gruppo Crosby, Stills, Nash and Young). Il coro di voci in questo brano è composto da Landgren, Weber, Ray Parker JR, Jenny Nilson e Chris Severin.

Same Old Story (4.40)
In questo pezzo si aggiunge la Piety Brass Band e l'atmosfera di colpo ci trasporta per le vie di New Orleans negli anni '20 e '30 quando la domenica tutte le band della città si riversavano nelle strade per confluire nella grande piazza e dare vita ad una gigantesca jam session di musica e di colori delle varie etnie che componevano quella meravigliosa città in quel tempo. 

Creole Love Call (2.52)
Questo strepitoso disco si conclude con una composizione del maestro, Duke Ellington. Senza di lui probabilmente la maggior parte della musica che conosciamo non sarebbe la stessa. Una volta di più Landgren dimostra la sua bravura immergendosi nel sound ellingtoniano alla perfezione, sfoderando il caratteristico suono della sezione di tromboni del duca.

Come avrete capito amo profondamente questo disco, perchè riesce a riportare in vita un jazz antico, un jazz ai primordi e allo stesso tempo dà una connotazione moderna e caratteristica al suono che ne esce. Un grande, grandissimo Landgren (forse la sua migliore incisione) completa questo progetto già di altissimo livello.

Musicisti:
Nils Landgren (vocals, trombone); 
Joe Sample (piano, Fender Rhodes piano); 
Ray Parker, Jr. (vocals, guitar); 
Charmaine Neville (vocals); 
Chris Severin (upright bass); 
Raymond Weber (drums); 
Lenny Castro (percussion)
 

domenica 29 gennaio 2012

JIMMY COBB: JAZZ IN THE KEY OF BLUE


Il sempre operoso Cobb aveva quasi ottant’anni quando registrò queste belle e romantiche ballad (più o meno famose e Missing U composta da lui) nella chiesa di St. Peter, come usano fare alla Chesky per esaltare al massimo la bellezza naturale del suono, cui prestano certosina attenzione. Il progetto di Cobb è di non avere alcun progetto: sulle composizioni non volle eseguire alcuna operazione di restyling o di reinvenzione come si usa fare oggi, presentandole invece nude e crude, e finendo così per esaltare la bellezza delle melodie.
Ne viene fuori una deliziosa sequenza di quadri sentimentali e appassionati (mai languidi), dove la vigorosa tromba di Hargrove freme esponendo incantevoli temi e fantasiosi assoli, la chitarra di Malone è discreta e delicata, a metà strada tra Christian e Hall, il contrabbasso di Webber sa giostrarsi bene tra le impegnative armonie e le spazzole di Cobb (perché qui usa solo ed esclusivamente le spazzole) sostengono soffuse, portandoci in un mondo che, ahinoi, non è proprio più il nostro.Sarebbe troppo facile e limitativo definire questo cd un cd audiophile di ottima fattura. Si perderebbe di vista il senso vero del progetto ossia ricordare a tutti che nel 2009 mentre tutto il mondo ricordava e giustamente celebrava il 50 anniversario di Kind Of Blue di Miles Davis Cobb concepiva un cd ove ritagliava tutta la sua fierezza di essere l’ultimo sopravissuto di quella leggendaria session.


Every time say we goodbye (6.47)
Ballad standard di Cole Porter che apre questo cd splendido, non ci si aspetti virtuosismi tecnici ma solo note sentite e con un immenso Hargrove alla tromba in stile Chet Baker.

With You I'm Born Again (5.30)
Una delle più belle canzoni d'amore di tutti i tempi cantanta in duetto da Billy Preston e Syreeta Wright creata come singolo per il film Fast Break. Qui, come per tutti i pezzi, Cobb decide di riproporcela in una versione strumentale molto fedele all'originale lasciando poco spazio all'improvvisazione se non ad un assolo alla Jimmy Hall di Malone.

I'll Still Be in Love With You (5.08)
Cover di un gruppo statunitense, i Restless Heart, di musica country. Brano incentrato sul flicorno di Hargrove che esprime con il suo tono caldo e avvolgente il sentimento di questa canzone, stupenda spalla musicale è Malone che con la sua chitarra intervalla i soli della tromba con lievi vibrazioni dello strumento e dell'anima.



Emily (4.52)
Niente artifici elettronici o virtuosismi tecnici, solo il puro suono della tromba e del leggero pizzicato della chitarra elettrica di Malone accompagnati da una ritmica che gronda swing.


Stairway to the stars (5.23)
Famosissimo standard inciso in migliaia di versioni diverse, qui Cobb decide di farci ascoltare una versione molto lenta, il flicorno di Hargrove ha un suono soffiato e si concede qualche bel passaggio tecnico. Il solo di chitarra sempre molto tranquillo e ancorato saldamente all'armonia di questo brano è piacevole da ascoltare.




I Had the Craziest Dream (4.31)
Canzone del 1942, si discosta leggermente dalle altre tracce, qui l'atmosfera diventa più allegra e swingante, Hargrove passa dal flicorno alla più squillante tromba, la ritmica conferisce swing a tutto il brano, restano sempre molto melodici i soli dei vari strumenti.


Missing U (8.21)
Unico brano composto dal leader, restiamo sempre fedeli allo stile di questo disco di ballad, alle volte è quasi inspiegabile come sia affascinante ascoltare una musica che di per sè non evidenzia nessuna virtù tecnica e difficoltà particolare nel suonarla, eppure resta difficile togliere l'attenzione o smettere di ascoltarla.


What Will I Do (4.12)
Si sussegue un bel dialogo tra tromba e chitarra che si rincorrono in intreccio di soli improvvisati, le spazzole di Cobb creano un tappeto che tratteggia alla perfezione i vari soli.


If Ever I Should Leave You (6.25)
Questa ballad dal sapore latino ci propone una bellissima ritmica in stile bossa nova dove Hargrove si libera con la sua tromba e mi riporta alla mente lo strepitoso Desafinado di Coleman Hawkins.


We'll Be Together Again (4.16)
Traccia che conclude l'album, non potevamo chiudere meglio questo album se non con una canzone della grande Billie Holiday. Un album questo che infonde relax e spiritualità, un'ottima prova soprattutto di Hargrove che è riuscito a dimostrarsi un grande musicista lasciando volutamente da parte la sua immensa tecnica e facendoci vivere per un momento un'epoca passata.


Musicisti:
Jimmy Cobb (Batteria)
Roy Hargrove (Tromba)
Russell Malone (Chitarra)
John Webber (Contrabbasso)




venerdì 27 gennaio 2012

RESONANCE BIG BAND: PLAYS TRIBUTE TO OSCAR PETERSON

Oggi ascoltiamo una big band, in fondo il jazz nasce dalle grandi bande di New Orleans, dove si univano la melodica europea e la ritmica africana. Italiani, africani, irlandesi, americani, creoli si mischiavano e apportavano le loro tradizioni e le loro musiche che, con il tempo, di sono fuse dando vita a quello che oggi chiamiamo jazz.
Questa formazione non possiamo paragonarla di sicuro a quella di Duke Ellington (indiscutibilmente la migliore orchestra jazz di tutti i tempi) ma questo riuscito progetto è affidato alla bravura e alla devozione del rumeno Petrescu, scandinavo d’adozione e non troppo noto ai jazzofili. Gli ingredienti, semplici e genuini, sono una brillante big band, due eccellenti arrangiatori, un pianista eccezionale e soprattutto lo spirito: non una sterile clonazione della musica di Peterson ma il tentativo di coglierne lo spirito, la vitalità irresistibile, la velocità del pensiero e delle mani al servizio della musicalità. 
Lo swing scorre a fiumi grazie al talento dei musicisti e al valore degli arrangiamenti e Petrescu riesce nell’ardua impresa di rievocare l’essenza di un tale gigante del jazz senza mai scadere nell’esibizione virtuosistica fine a se stessa.

Waltzing is hip (5.23)
Una cosa è certa, per suonare un tributo ad un pianista come Oscar Peterson bisogna essere un musicista sicuro dei propri mezzi, tecnicamente forse il più completo e articolato jazzmen che questa musica abbia conosciuto, memorabili sono i suoi concerti senza respiro.

L'impossible (5.49)
In questo cd si è cercato di condensare una carriera lunga 50 anni. In questo brano dopo un'intro della band il piano espone il tema con un accompagnamento tipo bossa nova, la ballad si articola, poi, con un solo di piano che per gli standard di Peterson non è nemmeno molto tecnico... Resta, comunque, un vero e proprio diluvio di note.


Little girl blue (5.34)
Si cambia stile con un'introduzione di archi e un solo pieno e corposo del piano in solitudine che lentamente inizia a diventare più agile, molto elegante il fraseggio intrecciato tra gli archi e il piano. L'atmosfera è quella di un brano di musica classica con una punta di swing.
Down here on the ground (5.47)
Si ritorna in stile con un tema di stride piano (per essere concisi nella spiegazione, stile nato negli anni '20 dalla mescolanza del blues con il ragtime). Qui la tecnica di Petrescu emerge di nuovo, molto bello anche l'arrangiamento con il contrappunto della sezione sax. I colori (piani e forti) in un'esecuzione di una big band sono molto importanti e questo brano ne è un esempio.

Medley: Hymn to Freedom - John Brown's Body (10.59)
Mix di due brani di Peterson il primo una ballad blueseggiante anni '40, con lunghi inteventi della band con frasi di ampio respiro e con suoni pieni e corposi. Da notare il solo di collegamento della tromba che porta al secondo brano molto più ritmato e swingato, la big band si scatena ed è il piano a fare il contrappunto.


Sally Tomato (3.16)
Ritmica da bossa nova per una ballad elegante e rilassante dove la big band si limita a stendere un tappeto sonoro dove il pianista può danzare.




Tricotism (3.45)
E' affascinante ascoltare i vari intrecci che le sezioni di sax e ottoni riescono a ottenere con un ritmo così veloce e una precisione svizzera dando sempre risalto per tutto il disco a questo splendido pianista.



Greensleves (5.00)
Famosissima melodia folk inglese, si narra che fu scritta da Enrico VIII per la sua futura consorte Anna Bolena. Pare infatti che quest'ultima avesse una malformazione ad una mano e ciò la costringesse a coprirla con delle lunghe maniche (di qui potrebbe derivare il titolo Greensleeves, "maniche verdi"). Aria suonata come cover da moltissimi artisti, qui si è scelto di suonarla in modo molto soft, intermezzando le riproposizioni dei temi con degli assoli di piano e chitarra in stile Burrell.


Bossa Beguine (5.25)
Il titolo di questo brano lo spiega già benissimo, ritmo veloce, ballabile, che trasporta nelle feste di Rio. Pianista d'eccezione e chitarrista perfettamente calato nel brano. Lo rendono un brano allegro e brioso.


West side story medley (13.10)
Medley del celebre musical di Broadway scritto da Arthur Laurents e musicato da Leonard Bernstein. Qui ce lo ripropongono in una carrellata con le più famose arie rivisitate in chiave jazz. Si passa da melodie dolci a ritmi indiavolati.

A little jazz exercise (3.07)
Come dice il titolo questo pezzo si avvicina più ad un esercizio di tecnica che non ad un brano musicale, impressionante che un pianista riesca a fare tutto ciò...



Musicisti:

Marian Petrescu: piano;
Andreas Oberg: electric guitar;
David Stone: bass;
Joe La Barbera: drums;
Bob Sheppard: reeds/flutes;
Steve Wilkerson: reeds/flutes;
Brian Scanlon: reeds/flutes;
Keith Fiddmont: reeds/flutes;
Tom Peterson: reeds/flutes;
Willie Murillo: trumpet/flugelhorn;
Larry Lunetta: trumpet/flugelhorn;
Bob Summers: trumpet/flugelhorn;
Larry Hall: trumpet/flugelhorn;
Andy Martin: trombone;
Bob McChesney: trombone;
Wendell Kelly;
Bill Reichenbach: trombone, tuba;
Pierre Paul: Cabasa;
Bill Cunliffe: arranger, conductor;
Kuno Schmid: arranger, conductor;
Claus Ogerman: arranger, conductor;
Peter Kent: strings;
Giovanna Clayton: strings;
Belinda Broughton: strings;
Jessica Van Velzen: strings.