lunedì 9 gennaio 2012

AARON PARKS: INVISIBLE CINEMA

Aaron Parks, un'autentica scoperta per me questa, giovane pianista, 28 anni, mi ha colpito fin dalle prime note del suo album, Invisible Cinema. Entrò all'Università di Washington all'età di 14 anni attraverso la Transition School and Early Entrance Program con una doppia specializzazione in informatica e musica. A 15 anni fu selezionato per partecipare alla GRAMMY High School Jazz Ensembles che lo invogliò a trasferirsi a New York City, trasferimento che avvenne all'età di 16 alla Manhattan School of Music . Durante il suo ultimo anno ha iniziato il tour con Terence Blanchard, registrando tre album con lui per la Blue Note Records, tra cui il bellissimo album vincitore di un Grammy "A Tale of God's Will (A Requiem for Katrina)".
Nel 2008 esce con questo disco che gli darà sicuramente la fama che si merita, al suo esordio come leader, Parks si dimostra un musicista e compositore già maturo, nella cui musica la tecnica è il mezzo e non il fine. Per questo album il jazzman ha scelto un manipolo di astri nascenti della scena jazz americana, il bassista Matt Penman, il batterista Eric Harlad ed il chitarrista  Mike Moreno. Insieme ne esce un quartetto flessibile, fresco e con un sound nuovo in cui confluisce il linguaggio del jazz contemporaneo con delle influenze indie rock.

Travelers (5.34)
In questo brano di apertura, Parks vuole già mettere in chiaro chi è. Il suo pianismo ricorda il miglior Mehldau e combina, nei suoi soli, in ugual misura il diventare etereo e il fervore musicale. Anche il contrasto tra il suo pianismo e il groove spinto della ritmica dimostra il bel gusto musicale del pianista. Il brano si conclude con un diminuendo di strumenti fino a lasciare il piano solo.


Peaceful Warrior (9.39)
In questa traccia si unisce il chitarrista Moreno, brano che richiama molto il lirismo di Pat Metheny, lascia ampie libertà interpretative ai vari componenti. Trovo, personalmente, la ritmica eccezionale in questo pezzo perchè supporta i due solisti in maniera portentosa, letteralmente fanno risaltare ogni intervento dei solisti. L'interplay tra i componenti è perfetto, da manuale, l'improvvisazione è di altissimo livello, l'intreccio sonoro si evolve sempre più complicato ma mai facendo perdere il proprio filo logico. Secondo il mio modesto parere il miglior brano del cd.




Nemesis (6.14)
In questo brano Parks esibisce il mellotron (è considerato l'antenato dei campionatori moderni, è uno strumento a tastiera, ogni suo tasto innesca un campione di 8 secondi su nastro magnetico pre-registrato con suoni di fiati, archi e altri). L'atmosfera cambia completamente si sentono influenze rock, il glockenspiel finale suonato sempre da Parks è un tocco di eleganza.



Riddle Me This  (2.43)
E' un brano cortissimo per gli standard del jazz moderno, in cui la ritmica questa volta ben piantata come un metronomo dà una base solida per sostenere i due solisti che improvvisano le loro melodie. Questo pezzo scivola via leggero e tranquillo.

Into The Labyrinth (2.53)
Ecco che arriva una ballad che non ti aspetti, in piano solo, con una punta di musica classica. Parks spazia veramente a 360 gradi nella musica e lo fa sempre con grande senso musicale e con una raffinatezza molto rara.

Karma (8.06)
Dopo due pezzi diversi si torna a viaggiare nei binari di questo stile, torna Moreno con la sua chitarra, si lascia molto spazio alla batteria e i due solisti si limitano inizialmente a dei brevi interventi intervallati da pause, la batteria e il contrabbasso creano il movimento di questo brano, strepitoso Harland. Verso metà esce prepotente Parks con un solo di pianoforte nei canoni del suo stile. La traccia prosegue con un bel solo di Moreno e con un bel intreccio tra chitarra e piano.


Roadside Distraction (2.44)
Ecco che si passa ad un'atmosfera blues, ma con una ritmica atipica. Anche questo brano scorre tranquillo, bello da ascoltare, assoli melodici e armonia semplice. Una nota di merito la riservo sempre per Harland che assieme a Parks in questo album mi ha completamente meravigliato.
 
Harvesting Dance (9.35)
E' la rivisitazione del brano di Terence Blanchard contenuto nell'album Flow. Si cambia di nuovo mondo, ora si respira aria spagnola, la peculiarità di questo quartetto è cambiare l'atmosfera ma adattarla sempre al proprio sound, vi assicuro cosa non facile da fare. Spettacolare l'assolo infuocato di chitarra di Moreno.



Praise (4.43)
Altra slow song che arriva per rilassare l'ascoltatore, stiamo arrivando alla conclusione di quest'opera e Parks vuole dimostrare anche la sua capacità di creare melodia, quasi una lode, una glorificazione. A me piace intenderla come una lode alla musica, un ringraziamento per tutto quello che quest'arte ci regala in ogni istante della nostra vita. Non penso che sia l'intento del compositore...ma a me piace crederlo.


 
Afterglow (2.45)
Brano che chiude questo splendido album, vincitore di svariati premi e indiscutibilmente contente della grande musica. Qui come se fossimo alla fine della giornata, al crepuscolo, sembra salutarci e dare appuntamento al prossimo album. E' stata una giornata piena di piacevoli sorprese.
 

Musicisti
Aaron Parks           Pianoforte
Mike Moreno        Chitarra
Matt Penman         Contrabbasso
Eric Harland           Batteria

2 commenti: