Abdullah Ibrahim è il nome islamico che si è dato anni fa il pianista Dollar Brand per protesta contro l'apartheid in Sudafrica. Egli si forma ascoltando gospel e spiritual. Registra con Hugh Masekela il primo disco realizzato da musicisti del Sudafrica. Per Ibrahim la musica ha una funzione spirituale e terapeutica, quasi sciamanica. Il musicista, in questa sua visione, è colui che mette in contatto il suo spirito con quello degli altri, colui che esprime la gioia e il dolore, personali e collettivi, la materialità e la spiritualità, la memoria dell’individuo e la storia delle genti. Il suo pianismo si ispira a Monk e Duke Ellington, con cui ha avuto la fortuna di suonare. Nel 1984 forma un gruppo di sette elementi chiamato Ekaya e il cui lavoro è dedicato alle vittime dell'apartheid. Nel 1985 incide "Water from an ancient well", un disco di ispirazione ellingtoniana e che fonde i ritmi, le musiche religiose, i suoni e le melodie africane con le arie del jazz americano. Pù che in altri lavori, è proprio in questo album che si coglie, compiuta, la sintesi tra le due culture, africana e americana. Il titolo del cd si riferisce al gesto millenario delle tribù africane che attingono l'acqua dal pozzo, atto che riporta alle origini del genere umano e ricorda la terra da cui lo stesso Ibrahim è partito.
Mandela (4.59)
Brano di apertura e dedicato, ovviamente, al leader sudafricano Nelson Mandela. Il pezzo, allegro ed esuberante, con i fiati che sprizzano libertà e gioia vuole incarnare lo spirito deciso e indomito di Mandela. La musica scelta ricorda quella suonata nei ghetti di Pretoria.
Song For Sathima (6.12)
E' una ballad dolce ed emozionante dedicata a sua moglie. Gli interventi dei musicisti sono sempre delicati e suonati in punta di piedi, sembrano parole d'amore "suonate". In questo brano Ibrahim lascia spazio ai fiati nei soli e si limita a eseguire un accompagnamento in stile con il brano.
Manenberg Revisited (6.11)
In questa traccia dopo il tema è da notare il solo di flauto di Ward, le sonorità africane fanno da sfondo come in tutte i brani, il pezzo fila tranquillo come se volessero cullare l'ascoltatore in dolce sonno, non ci sono scossoni o cambi repentini.
Tuang Guru (5.26)
Qui la parte americana dell'autore esce prepotente e Monk aleggia per tutto il brano. Carino il solo del baritono, si susseguono soli di tromba e sax tenore fino alla chiusura del brano.
Water From An Ancient Well (11.58)
Questo è probabilmente il brano più bello dell'intero disco. E' introdotto dal piano di Ibrahim che accenna una melodia che segue l'andamento dei versi di una poesia, in cui canta l'amore per l'Africa. La musica rievoca, con fare nostalgico, il passato del continente. E' un blues che viene prima di quello afroamericano. Ne è la matrice e l'essenza.
The Wedding (2.41)
Una breve intro di piano lascia lo spazio al tema esposto dal sax contralto, i due strumenti dialogano con degli intrecci eleganti e raffinati, il brano si conclude con la riproposizione del tema.
The Mountain (3.21)
Il brano si basa sull flauto di Ward che improvvisa con note lunghe e distese, creando un senso di relax e riposo. Solo nel finale il piano si concede
Sameeda (5.56)
Il brano è dedicato all'omonima eroina che lottò per la conquista della libertà all'interno della comunità sudafricana.
Musicisti:
Ibrahim Abdullah pianoforte
Ward Carlos flauto, sax contralto
Ricky Ford sax tenore
Davis Charles sax baritono
Griffin Dick trombone
Williams David basso
Riley Ben batteria
Jazz americano, jazz europeo e così via. Per me non esistono confini per il jazz e neppure colore. Bianco, nero, giallo. Se un musicista sa suonare, se conosce l'armonia e si esprime con swing, fa del jazz. E lo fa in Africa, in Russia o in America. (Duke Ellington)
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