venerdรฌ 20 gennaio 2012

PEO ALFONSI: ITACA

Peo Alfonsi, per molti, di sicuro, รจ uno sconosciuto. Lo sarebbe stato anche per me se un giorno, all'ultima edizione di Umbria Jazz, non mi fossi recato nel solito negozietto di musica dell'Egea a Perugia. Proprio in quel momento in sottofondo si sentiva il dolce suono di questo cd che usciva dalle casse dello stereo. Pazientemente la commessa mi diede tutti i dettagli e mi portรฒ in una stanza di ascolto dove poter, con calma, gustare il disco. Giร  dalle prime note mi innamorai del sound di questo gruppo, che non viene necessariamente espresso con una tecnica strumentistica fuori dal comune, ma con un'amalgama e un interplay tra gli strumentisti perfetta e una melodia interessante.

Il chitarrista sardo รจ al suo primo disco da leader, dopo aver contribuito con le sue corde ad un buon numero di lavori che hanno visto impegnati Paolo Fresu, Fausto Beccalossi, Al Di Meola, Stefano Battaglia e, tra gli altri, anche Gabriele Mirabassi che, in questo lavoro, lo accompagna โ€“ da par suo โ€“ con Kyle Gregory, fine marcatore delle blue notes, Salvatore Maiore, tessitore di trame e contrappunti al contrabbasso e violoncello, e Antonio Mambelli, che sa ben collocare accenti e contrasti ritmici, alle percussioni. Musicista assai colto, Alfonsi ha attentamente, sapientemente elaborato dalla composizione allโ€™esecuzione queste undici gemme di struggente bellezza, lucenti dโ€™una serena nostalgia.

Conserviamo tutti un'Itaca nell'anima, un richiamo a un luogo originario mai del tutto dimenticato. Credo che il musicista viva un rapporto particolare col sentimento della nostalgia, come se qualcosa d'irrisolto, un filo mai del tutto spezzato con i miti dell'infanzia lo perseguitasse e gli desse spinta e motivazione nel fare musica. Forse inconsciamente il musicista preferisce non tornarci a Itaca, continuando piuttosto a usarne la lontananza.
Peo Alfonsi




Happyness (5.25)
Si inizia con un'intro arpeggiata dalla chitarra che introduce il canto del flicorno, la melodia dolce e soave che evoca il ricordo di una terra lontana. Brano suonato in quartetto con un grande interplay tra chitarra e flicorno, di spessore il solo di chitarra che chiude il brano.

Gismontiana (3.57)
Fa la sua apparizione il clarinetto di Mirabassi che espone il tema di questo pezzo (omaggio ad un grande chitarrista del passato, Egberto Gismonti), trovo splendido l'intreccio di interventi tra clarinetto, contrabbasso (suonato con l'archetto) e flicorno che se segue. La chitarra tesse, splendidamente, un tappeto sonoro con arpeggi agili. La riproposizione del tema chiude la traccia.


Wis for Wheel (4.58)
Brano dedicato a Kenny Wheeler, trombettista canadese. L'arpeggio dolce della chitarra introduce il melodioso canto del flicorno con un bellissimo contrappunto di Mirabassi nel registro basso dello strumento. La chitarra, in questo disco, fa le veci del pianoforte creando un sottofondo dove la front-line puรฒ esprimersi al meglio. L'interplay tra i musicisti in questa traccia รจ al massimo, l'intreccio della trama sonora รจ splendido e complesso.

Femme Fetal (3.56)
Traccia incisa in trio dal leader con contrabbasso e percussioni, una splendida ballad dove Alfonsi si lascia andare e ci dimostra come non serva una pioggia di note per creare armonia e emozioni. Molto appropriato l'accompagnamento delle percussioni che riesce a sottolineare senza coprire il dolce suono della chitarra.

Naele (2.55)
Brano in duo con Mirabassi, dall'atmosfera brasiliana, con una punta di saudage. Ogni nota, ogni pizzicata di corda emoziona. Da sottolineare la performance di Mirabassi che รจ perfetto sia nel registro basso che in quello alto.


Le mille e una note (4.21)
Si cambia atmosfera, ritmo piรน veloce, passaggi piรน tecnici. La tromba sordinata da un tocco di leggerezza e l'intreccio con il clarinetto che contrappunta nel registro basso torna costante per tutto il disco. Anche il contrabbasso crea un solo tecnico, dopo il quale Mirabassi e Gragory si scatenano con i loro strumenti. Sembra una botta e risposta tra i due.


Beni Benia (4.43)
Si torna nelle atmosfere malinconiche che evoca questo disco bellissimo. Toccante intro della chitarra con il contrabbasso pizzicato, come un soffio di vento entra Mirabassi che leggiadro suona il tema. Il clarinetto lascia spazio al solo di Alfonsi accompagnato dal violoncello di Maiore. Entra impetuoso il flicorno di Gregory che con un crescendo trascina il contrappunto puntato del clarinetto.


Itaca (5.44)
Unico brano dell'album suonato in quintetto, pezzo dedicato alla moglie di Alfonsi, Silvia. Le domande e le risposte all'interno dell'intreccio sonoro si moltiplicano, ogni musicista ha il proprio ruolo. Brano da ascoltare attentamente, che riserva delle novitร  ad ogni ripetuto ascolto. A mio avviso il miglior brano del cd.


Samovar (3.51)
Traccia suonata in solitudine da Alfonsi, la sua chitarra acustica profonde una melodia dolcissima e nostalgica che si esprime in una curva gaussiana di emozioni.

Picnic in garage (4.01)
Brano dedicato ad un suo caro amico, suonato in quartetto, mette in luce il clarinetto di Mirabassi che, questa volta, mette a disposizione i suoi grandi mezzi tecnici in un solo difficile e molto veloce. La ritmica lo accompagna magistralmente.

Dopo tutto (2.53)
Il disco finisce con questa ballad intonata dal flicorno di Gregory e dal clarinetto che evoca un triste saluto alle proprie origini, a quella terra lontana a cui probabilmente non si farร  ritorno.

Cd che non possiamo dire che appartenga esclusivamente al mondo jazz, ma che, come molto spesso accade, per i jazzman italiani, va a posizionarsi in quella fascia di genere musicale che io chiamo italian jazz. E' un mix di musica afroamericana condita dal genio e dalla melodica delle reminescenze e della tradizione italica che vanno a formare un genere musicale caratteristico e ben riconoscibile.



Musicisti:

Peo Alfonsi (chitarre)
Gabriele Mirabassi (clarinetto)
Kyle Gregory (tromba e flicorno)
Salvatore Maiore (contrabbasso e violoncello)
Antonio Mambelli (percussioni)

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