domenica 22 gennaio 2012

FABRIZIO BOSSO PLAYS ENCHANTMENT


Oggi voglio consigliarvi uno degli ultimi dischi che ho acquistato. Apro una piccola parentesi: lo confesso sono un amante del cd acquistato, perchè oltre a pensare che la buona musica meriti di essere pagata, la mia collezione di dischi è un po' come un album di foto della mia vita. Posso sfogliare le varie pagine del passato attraverso i ricordi che questi cd mi fanno riaffiorare alla mente, molti di questi sono legati a sentimenti, emozioni o fatti accadutimi e che resteranno per sempre impressi, indelebili, fra quelle note.
Tornando a noi, questo disco nasce per festeggiare il centenario della nascita di un nostro grandissimo compositore, Nino Rota (1911-1979), per volontà di un giovane, seppur già brillante astro del jazz qual è Fabrizio Bosso.  E’ un disegno ambizioso (ma il buon Bosso ci ha abituato a sfide difficili) dove il rischio è sempre quello di scivolare nel pantano vischioso della nostalgia. Ma così non è. I temi, belli e ben arrangiati, risultano arricchiti degli inserti di jazz, che contribuiscono a dare la giusta spinta, il corretto impulso. Entra di diritto tra i primi cinque dischi della mia classifica personale. L'apporto della London Symphony Orchestra è sicuramente essenziale per la riuscita di questo progetto, così come lo è quello della ritmica jazz formata da Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Lorenzo Tucci alla batteria e Claudio Filippini al pianoforte.

Qui di seguito propongo un filmato con alcuni brani che potete ascoltare mentre leggete il post, credo che quello che scrivo non abbia senso senza l'ascolto diretto della musica, magari a voi darà delle sensazioni e delle impressioni completamente diverse dalle mie. Attendo i vostri commenti su quello che pensate di questo cd, sono curioso. 


Otto e mezzo - La passerella (6.29)
Sono tutti brani famosissimi quelli proprosti, iniziamo con Otto e mezzo, il duetto tra glockenspiel (accompagnamento) e tromba sordinata (tema) fa capire subito la raffinatezza degli arrangiamenti di Stefano Fonzi (direttore dell'orchestra). Il tema viene riproposto dal contrabbasso e di seguito dall'orchestra, il tutto suonato in modo molto melodico, senza swing, in modo classico, anche se l'arrangiamento si discosta dall'originale. Circa a metà l'atmosfera cambia e viene inserito un intermezzo swing attraverso un solo di piano, accompagnato esclusivamente dal gruppo di Bosso, che, poco dopo, lascia spazio a un duetto tromba/contrabbasso, qui Fabrizio di scatena illuminando la scena musicale, segue un solo di contrabbasso con il piano che suona accordi molto corti e puntati. Il crescendo finale porta alla riproposizione del tema con l'aggiunta dell'orchestra che chiude la traccia.

Romeo e Giulietta (5.17)
La traccia inizia con il tema della tromba da sola, malinconica e triste. L'orchestra si inserisce pochi strumenti per volta e sublime è il solo di violoncello di Rebecca Gulliver. L'insieme entra in un tema solenne di respiro dvorakiano, i dialoghi tra orchestra e tromba sola si susseguono sempre mantenendo la liricità solenne del brano, da notare, soprattutto il dialogo tra tromba e violoncello, da brividi.

Amarcord (5.51)
L'intro di vibrafono è molto elegante e lascia spazio a Bosso per esporre il notissimo tema, la ritmica swing e il solo di tromba repentino da un tocco di novità e di caratteristico pur seguendo il tema iniziale. Sopravviene l'intermezzo dell'orchestra che lascia spazio al solo di Filippini. Il tema riproposto in maniera forte e ben scandita è un tocco di classe dell'arrangiatore che fa scemare subito l'impeto fin quasi al silenzio per sottolineare il passaggio del violoncello. L'alternarsi di intermezzi solistici e riproposizioni del tema si conclude con un solo di contrabbasso che chiude la traccia.

Enchantment (3.58)
Unico brano non composto da Rota, ma un omaggio di Fonzi al compositore milanese. Un flauto leggero introduce il brano e l'orchestra con l'esposizione del tema da parte di Bosso, lo stile è quello di Rota, sembra di vivere in un film anni '60. Il suono pulito, le note distese, l'intonazione perfetta...emozione allo stato puro. Non da meno è la viola di Gilliane Haddow con il suo solo.



Il Gattopardo - Il valzer del commiato (7.23)
L'inizio è subito uno swing lasciato al quartetto di Bosso, sono stupendi questi cambi di stile improvvisi, l'ascoltatore non si può adagiare. I musicisti fanno in modo da tenere sempre alta l'attenzione di chi ascolta che non sa mai cosa si può aspettare la nota successiva. Bosso decide per un solo tecnico e veloce, così come Bonaccorso al contrabbasso. Il tempo ternario a mo' di valzer aiuta i solisti. Forse la traccia più jazz del disco. Tucci magistrale in questo brano nel sottolineare ogni solo che si sussegue. Verso la metà entra l'orchestra che riporta la musica all'originale arrangiamento. Il dialogo tra archi e tromba accompagna tutto il cd,  dando vita ad una musica di elevata qualità

La Strada - Il violino del "matto" (5.16)
Altro tema conosciuto da chiunque e tratto dall'omonimo film di Federico Fellini del 1954. Una tromba lontana suona in solitudine, Bosso è veramente magistrale quando si tratta di suonare in modo melodico, gli subentra prima la viola e poi il violino di Simon Simovic che leggiadro vola tra le note di questo tema. L'orchestra stende un meraviglioso tappeto sonoro dove i solisti possono esprimersi meravigliosamente, innescando un intreccio di dialoghi  che culmina con la riproposizione del tema.

Il padrino - Parla più piano (7.48)
Brano composto per l'omonimo film di Francis Ford Coppola, la traccia si apre con un solo di piano che introduce la tromba di Bosso. Dopo l'esposizione da parte dell'orchestra del tema con un arrangiamento pieno di originalità il quartetto di Bosso improvvisa un solo pieno di swing da ascoltare per la sua espressione di tecnica unita sempre ad una liricità che non abbandona mai i quattro musicisti. Sorprendente il finale da parte dell'orchestra e del quartetto. Secondo me il miglior brano del cd, sia come arrangiamento che come interpretazione da parte dei solisti.

Il ragazzo di borgata (4.49)
Brano che Rota ha composto nel 1976 e che è stato edito solo su 45 giri e che per l'occasione è stato ceduto dalla casa discografica di Caterina Caselli che ne deteneva i diritti.  Atmosfera nostalgica e che arriva al limite della tristezza (accentuata dal movimento in battere dei bassi che danno un voluto senso di pesantezza). Il pezzo cresce di intensità piano piano aiutato dall'arpeggio dei violini e dalla tromba di Bosso. Lo struggente crescendo finale porta alla riproposizione del tema che chiude la traccia.

La dolce vita (4.40)
Con questo brano si chiude questo meraviglioso disco, altro tema famosissimo tratto dall'omonimo film girato nel 1960 e diretto da Federico Fellini. Atmosfera completamente diversa dal resto del cd, quasi come a salutare con un allegro cenno l'ascoltatore e lasciargli un senso di ottimismo. Suonato come una bossa nova, sia il tema che le improvvisazioni danno una riprova (anche se non ce n'era bisogno) delle grandi doti sia dell'arrangiatore che degli interpreti di questo strepitoso progetto!!

Musicisti:
Fabrizio Bosso (Tromba)
Stefano Fonzi e la London Symphony Orchestra
Claudio Filippini (Pianoforte)
Rosario Bonaccorso (Contrabbasso)
Lorenzo Tucci (Batteria)

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