Questo cd non è solo un insieme di brani, ma è una storia, un film da guardare fino all’ultimo minuto, infatti, Bearzatti analizza la vita di Malcom X attraverso il jazz, ogni traccia la si potrebbe intendere come un capitolo di un libro.
Nei 10 movimenti che compongono questa suite, rivive brevemente il percorso di Malcolm X, dall'infanzia nel Michigan, all'esperienza a Boston, dove lavora come lustrascarpe e vive il mondo delle sale da ballo e delle grandi orchestre jazz, all'arrivo a New York, dove rimane coinvolto nei traffici della malavita. Quindi, il periodo vissuto in carcere, dove matura la conversione all'Islam, seguito dagli anni della sua predicazione e il suo attivismo per i diritti degli afroamericani, fino all'assassinio, nel 1965.
Un'idea che ha preso vita grazie all'interesse di Bearzatti per tutta la questione afroamericana e che si è sviluppata in dieci movimenti, indicizzati con i numeri romani e che dunque terminano, non a caso, proprio sulla lettera X. L’undicesima traccia è una nota di speranza in un futuro migliore, una bonus track con un lieto fine. Ogni brano è un passaggio della musica afroamericana, al cui interno viene a formarsi un mosaico con stili ed epoche disparate. Il Tinissima quartet sa stare al gioco e con esperienza crea un suono riconoscibile e fa trasparire un buon affiatamento tra i musicisti. Il leader misura i suoi interventi, lasciando il giusto spazio ai propri partner musicali, la parte ritmica ha prevalentemente il compito di creare la sonorità rock, presente in quasi tutti i brani.
I. Prologue Hard Times (8.07)
Questo è il brano di apertura, i toni sono solenni e hanno un che di bandistico inizialmente, con il tema esposto all’unisono. Dopo un intermezzo dai toni cupi, in cui i musicisti intendono aumentare la tensione dell’attesa, Falzone emerge con il primo solo, pieno di tensione, aspro, con molti elementi blues, intanto piano piano il clarinetto di Bearzatti si inserisce per poi esplodere con un glissando nel suo assolo. Il brano finisce con la riproposizione del tema con un dialogo tra i due solisti.
II. Smart Guy (6.17)
Il brano inizia con un sottofondo di percussioni, sporcate da effetti elettronici, che riporta alla mente un ritmo africaneggiante ma con un suono artefatto, particolare. E’ il basso elettrico che introduce il tema principale, con note riverberate ed echi, la tromba ed il clarinetto fanno da contorno con un insieme di effetti elettronici. La traccia sfocia poi in un assolo di basso riflessivo e melodico, l’ascoltatore viene sempre disorientato (e questo per tutto il disco) con passaggi repentini di ritmo, melodia e armonia, addirittura d’epoca non solo all’interno dell’album ma addirittura all’interno della medesima traccia.
III. Cotton Club (4.07)
E’ un intermezzo spensierato e gioioso, con un ritmo dance che ricorda la musica da discoteca anni ’80. Il tema con una buona rielaborazione armonica viene esposto all’unisono dai fiati, dopo un assolo del sassofono tenore, il sottofondo ritmico è eccezionale soprattutto per quanto riguarda il giro di basso, riprende il tema. Tocca al solo di tromba aspro e duro, anche qui la parte ritmica è splendida.
IV. Prince of Crime (7.17)
Il quarto movimento inizia come la colonna sonora di un film noir, la tensione aumenta, i suoni sono sommessi e lenti. Qundi un cambio repentino nel funky da parte dei fiati, con accenti coltraniani, di contro la ritmica continua a lavorare nei ritmi rock. Inizia l’assolo di tromba, accompagnato dal sax, è tecnico, funky, lungo e splendido. La tromba lascia spazio al solo del sax che mantiene la stessa tematica funky, sfiorando il free in alcuni passaggi. Viene, a conclusione, riproposto il tema, in un martellante ritmo.
V. Satan in Chains (0.41)
Questa traccia è come un sorbetto in un pranzo nuziale, lo stacco, il chiudersi di un periodo, ma una chiusura arrabbiata, tormentata. Bearzatti lo interpreta proponendo un intermezzo free dove, omaggiando Ornette Coleman, con il suo sax tenore esegue un solo di note sovracute ed effetti stridenti.
VI. Conversion (6.04)
Il brano si muove su un tempo medio-lento, blueseggiante. Pur con la partecipazione dell’intero gruppo, in questa traccia la tromba tocca vari registri di espressività, mostrando una buona personalità.
VII. A New Leader (5.15)
In questo movimento l’atmosfera è tutta funky, con punte di fusion ed elettronica. Caratteristico il sassofono elettronico ed interessante un momento in trio senza le ance. Il solo di tromba è accompagnato da una superba base ritmica.
VIII. Betrayal (5.58)
Qui la suite torna ad incupirsi, le sonorità diventano più scure. Il suono del sax di Bearzatti si rifà melodico e dolce, l’accompagnamento ritmico è leggero: prima sui piatti e poi sui tom e charleston. L’alternanza di note acute e gravi è la metafora di un dibattito tra due personalità interiori. Falzone ritorna allo stile iniziale nel suo solo di tromba. Il brano si conclude con la riproposizione del tema iniziale.
IX. Hajj (5.49)
Il clarinetto orienteggiante apre il rapido Hajj. Di nuovo un cambio repentino, questa volta di regione, richiamando la musica balcanica e riprendendo un sound tipico di Louis Sclavis. La tromba di Falzone mezza sordinata e mezza no è tocco di originalità. Inframezza un solo di batteria, che riecheggia i ritmi africani, il basso elettrico precede la riproposizione del tema che conclude la traccia.
X. Epilogue (5.40)
L’inizio richiama il primo brano con una svolta inattesa, quando il blues abbraccia il rap e l’hip hop. Qui la voce di Napoleon Maddox, incisiva e tagliente, fa venire i brividi, accompagnata magistralmente dalla tromba. Il leader di libera da ogni freno e improvvisa un solo di sax, incandescente e pungente, irrefrenabile e parossistico. Chiude il brano la voce di Maddox.
Kinshasa (5.55)
Come già detto è una traccia in cui i toni sono gioiosi e di speranza per un futuro migliore, questo brano mi ricorda sempre i colori dell’africa e la voglia di quel popolo di ballare, di superare le avversità e il sorriso dei bambini. Di questo brano non voglio riportare nessuna notizia tecnica…chiudete gli occhi e ascoltate.
Ho avuto la fortuna di poter assistere al concerto dal vivo di quest’opera, secondo me, innovativa. Purtroppo non ho avuto occasioni di vedere la versione multimediale, dove il concerto veniva accompagnato da immagini proiettate dietro la band, che coadiuvavano l’ascolto. Al giorno d’oggi si può ascoltare tanta bella musica ma pochi artisti si possono dire innovativi, a mio modesto parere Bearzatti è uno di questi. Ho avuto il piacere di poter scambiare due chiacchiere con l’artista, incontrato per caso ad un altro concerto in cui anche lui era spettatore, pur non essendo rilevante, mi ha colpito la sua disponibilità a chiacchierare del concerto che stavamo ascoltando con il sottoscritto.
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