lunedรฌ 5 marzo 2012

THE MONTEREY QUARTET: LIVE AT THE 2007 MONTEREY JAZZ FESTIVAL


Un'ottima occasione per intraprendere nuove collaborazioni e reclutare buoni musicisti sono sicuramente i festival jazz. Intendiamoci non รจ un'equazione matematica, non sempre funziona, ma quando scaturisce la magia non si puรฒ far altro che ascoltare e inchinarsi. Questo album dal vivo puรฒ far intravedere la magia di quella serata voluta dal general manager del Monterey Jazz Festival, Jason Olaine. Dicevamo la magia, perchรจ non so voi, ma il mio modo ideale di ascoltare musica รจ dal vivo, non esiste impianto hifi o aggeggio elettronico che possa nemmeno avvicinare l'emozione della musica dal vivo.
Ma tornando all'argomento del post nel 2007 si decide di riunire un'icona del contrabbasso jazz, Dave Holland, uno dei migliori sassofonisti della nuova generazione, Chris Potter, il richiestissimo batterista Eric Harland e un pianista di altissimo spessore come Gonzalo Rubalcaba... sembra una formazione arrivata dal paradiso.
L'esibizione del gruppo racchiude performances di grande livello, sostenute da un'eccellente inventiva compositiva, un perfetto interplay tra i musicisti ma soprattutto tantissima gioia di suonare assieme diffondendo pura energia dai diffusori. Questo gruppo viene denominato Monterey Quartet per sottolineare la natura paritaria di ogni componente, Holland ne รจ il portavoce dal vivo ma il bassista รจ sempre stato un leader democratico, uno dei motivi per i quali Potter รจ rimasto il suo sax tenore per piรน di un decennio. Seppur lo stile di quest'album propendi per quello di Holland, tanto che lo si potrebbe perfettamente accostare a quelli della sua lunga carriera, รจ un lavoro corale e nessuna singola voce domina, ma ognuno apporta un suo segno distintivo. Lo stile afro cubano di Rubalcaba รจ una corrente sottile, un po' in contrasto con i suoi dischi si tuffa nel mainstream moderno. Nel brano "50" il pianista apporta un groove effervescente e il suo assolo combina fluiditร  e pattern con passaggi dinamici che diventano un'emozionante, e chiaramente spontanea, domanda e risposta con Harland. In "Otra Miranda" potrebbe essere piรน delicato ma nonostante le natura di ballad del brano inserisce un solo di pianoforte di grande forza che sfiora la perfezione costruttiva, accompagnato da Harland supportato dalla scorrevolezza di Holland mostra la sua complessitร  di pensiero. Potter riesce ad adattarsi a qualsiasi contesto, mentre con il suo gruppo esplora il mondo elettronico, in questo concerto completamente acustico risulta altrettanto elettrizzante. Gioca benissimo le sue carte nei suoi due pezzi "Minotaur" e "Ask Me Why" dove estrae un assolo mozzafiato in chiusura, in compagnia di Harland, dove dimostrano nel contempo potenza e una capacitร  di sviscerare il tema impressionante. Il sempre sorprendente Harland si mette in evidenza in "Minotaur" e si conferma anche un compositore altrettanto vitale. Il suo "Treachery" รจ un allenamento modale per Potter e Rubalcaba, mentre "Maiden" con l'assolo in apertura scuro e lirico di Holland gli confesce un aura di eleganza.
Un esempio di modernitร  in jazz, nel quale la notevole complessitร  ritmica e armonica (erede della migliore e piรน nobile tradizione eppure fortemente impregnata del sound di questi tempi) non pregiudica la leggibilitร  del testo musicale, il gusto dell’ascolto. Quando, in mezzo a tutti questi accenti spostati, ritmiche irregolari e ostinati complessi, il piedino continua a battere e un sorriso rimane stampato in faccia all’ascoltatore, รจ un ottimo segno.



Treachery (07.46)
 



Minotaur (11.36)
 



Otra Mirada (5.16)
 



Step To It (10.11)
 



Maiden (10.33)
 



50 (9.59)
 



Veil Of Tears (10.47)
 



Spoken Introduction (00.38)
 



Ask Me Why (11.21)

Musicisti:
Dave Holland (contrabbasso)
Chris Potter (sax tenore)
Gonzalo Rubalcaba (pianoforte)
Eric Harland (batteria)

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