venerdì 16 marzo 2012

HIROMI: VOICE


Un portento...iniziamo col definire gli artisti per quello che sono, forse solo il miglior Bollani può stare al passo di questa straripante pianista giapponese. Penso che Hiromi sia uno dei nomi più importanti nella musica jazz fusion del 21° secolo. A differenza di molti altri artisti, lei continua ad evolversi e a ridefinire il proprio stile, avendo già una preparazione ed una base di partenza spettacolare continua ad alzare l'asticella e apporta ad ogni disco un sensibile miglioramento. E' una "tempesta perfetta" di talento, tecnica e creatività musicale. Riesce a fondere elementi di musica classica, bebop, fusion jazz e rock come nessun altro musicista prima d'ora.
Voice è il settimo album di quest'artista ancora giovanissima, anche se simile agli album che lo precedono, questo disco spinge al massimo l'energia improvvisativa e l'innovazione. Il concetto che sta dietro a tutto l'album è quello che Hiromi sottolinea più volte nel corso di varie interviste e cioè che la voce che non si sente (quella dell'animo) è la più potente e la più forte di tutte le altre. L'approccio di Hiromi nel suonare è passionale, vitale e spavaldo. Quello che ne esce lo si percepisce con le orecchie e piano piano ti accorgi di rimanere a bocca aperta senza la minima possibilità di distogliere l'attenzione da quella melodia. Ho avuto la fortuna di assistere al suo concerto a Perugia durante l'Umbria Jazz del 2011 è stato impressionante il silenzio dell'arena Santa Giuliana nell'ascoltarlo...quasi surreale. Vedere tutto quel pubblico letteralmente rapito da questa giapponesina sorridente che con disarmante tranquillità suonava in una maniera impensabile per moltissimi, è stato un'esperienza bellissima, forse il più bel concerto a cui abbia assistito dal vivo.
Dopo il meritato plauso ricordiamo anche che è affiancata da musicisti di prim'ordine come Simon Phillips, alla batteria, che si inserisce alla perfezione e fa sentire il suo supporto in ogni traccia, evita il classico suono del trio piano per dare sfogo ad un sound più aggressivo, quasi rock.
L'effetto complessivo è piuttosto sorprendente. "Flashback" inizia con Hiromi nel registro basso del pianoforte con l'entrata di Phillips e Jackson la pianista divide la leadership con il batterista mentre il bassista tiene unito il tutto. Mentre su "Desire" si instaura quasi una battaglia tra piano e drums che diventa puro godimento per l'ascoltatore. Decisamente in questo album il batterista riesce a stupirmi quasi quanto Hiromi.
Phillips è stato consigliato a Hiromi dal bassista Stanley Clarke con cui la pianista ha inciso un altro meraviglioso disco ("Jazz in the Garden"). Il bassista, invece, ha un ruolo più tradizionale, comunque riesce a emergere nel brano "Labyrinth", scritto da Hiromi per la band di Clarke. Anthony Jackson ha per forza di cose un ruolo più nascosto ma fondamentale come collegamente tra i due istrionici musicisti.
Infine anche nei due brani più melodici e delicati come il solistico "Haze" e la rivisitazione della "Patetica" di Beethoven  la pianista resta di un altro pianeta. La pulizia tecnica, la creatività nel rigirare ogni melodia, l'inventiva armonica di creare sempre una soluzione per risolvere le varie tensioni, fanno di Hiromi un gigante che resterà nella storia della musica.

01. Voice (9.12)
Chiudi i tuoi occhi, puoi ascoltare molte voci arrivare dagli altri, traboccanti emozioni; le emozioni sono la vera voce del cuore.




02. Flashback (8.39)
Frammenti di memoria confusi ed intrecciati. Intensi ricordi sopiti nel profondo della coscienza. Ora riemergono.

http://grooveshark.com/#!/s/Flashback/3H2mkw?src=5


03. Now Or Never (6.16)
Niente scuse, ora passa all'azione, adesso o mai più.


04. Temptation (7.51)
Il risultato della tentazione tra dolce e amaro


05. Labyrinth (7.42)
A volte senza volerlo e qualche volta per curiosità ti ritrovi in un labirinto.



06. Desire (7.16)
Il desiderio permette alle persone di andare avanti, il desiderio permette l'incedere dei giorni e del tempo. Il desiderio è la fonte della vitalità.

http://grooveshark.com/#!/s/Desire/3H2pfW?src=5


07. Haze (7.44)
Una visione poco chiara si palesa e poi torna ad essere sfuocata, non si può vedere la verità o non la si vuol vedere. Qualcosa che sembra raggiunto ma poi sfugge all'improvviso.


08. Sonata n. 8 di Beethoven, La Patetica (5.10)
Musica che purifica l'anima e crea positività. Libera da ogni patema d'animo, da ogni tristezza o preoccupazione.



Hiromi Uehara (Pianoforte)
Anthony Jackson (Basso)
Simon Phillips (Batteria)

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