venerdì 13 gennaio 2012

MILES DAVIS: KIND OF BLUE

Intanto premetto che presentare questo album mi dà un po' di ansia, perchè siamo di fronte, forse, al disco di jazz più famoso e, per quanto mi riguarda, ad una tra le più alte opere che sia stata partorita dalla mente di un essere umano nel secolo scorso. Questo cd supera i confini della soggettività della musica per approdare nella terra dell'oggettività della bellezza disarmante che solo madre natura può concepire.
Di questi cinque brani, penso sia stato scritto tutto, ogni piccolo particolare è stato spiegato ed analizzato. Quindi non sarò certo io a scovare particolari non trovati o ad esporre cose non dette, mi limiterò solo a esporre la musica e invitare tutti coloro che leggono ad ascoltarla, infarcendo il tutto con alcuni aneddoti.

Non si può parlare di questo disco senza prima elencare il sestetto di star che lo ha inciso, bastano già tre nomi per far capire che capolavoro abbiamo di fronte: Bill Evans (al piano), Cannonball Adderley (al sax alto) e John Coltrane (al sax tenore) che sotto la direzione (dispotica) di Miles Davis creano un gruppo leggendario. A questi si aggiungono Jimmy Cobb (alla batteria) e Paul Chambers (al contrabbasso) e Wynton Kelly (al piano, solo nel brano Freddie Freeloader).
In due session (2 marzo e 22 aprile 1959) dominate dalla costante assoluta dell'improvvisazione (infatti Davis pensò i brani poco tempo prima della registrazione e si presentò alla stessa senza nessuna prova preliminare e con solo alcuni appunti, senza parti scritte o partiture) i sei musicisti riuscirono ad incidere alcune tracce che entreranno nella storia del jazz. Innanzitutto danno vita al jazz modale, che molta influenza avrà dall’uscita di “Kind of blue” in poi per il futuro del jazz tutto, a cominciare da quello dello stesso John Coltrane, che prendendo questa nuova via musicale come punto di partenza imboccherà la sua personale e mistica strada verso la New Thing (fenomeno invece mai approcciato da Davis), sfornando capolavori immortali come “My favorite things” o “A love supreme” prima di arrivare ad album propriamente free quali “Ascension”. Jazz modale, dicevamo, ovvero — in due parole — la liberazione dalla gabbia armonica degli accordi e la massima libertà nell’improvvisazione, che fa appunto riferimento alle scale modali piuttosto che a quelle relative ai singoli accordi, e viene eseguita su giri armonici molto più semplici rispetto agli stilemi del be bop e dell’hard bop in particolare, e di tutto il jazz ante “Kind of blue” in generale.

So What (9.25)
Lo schema del brano è un AABA (solo che ogni sequenza è formata da un unico accordo). Intro affidata al piano e al contrabbasso, subentra l'esposizione del tema all'unisono. Il primo assolo è affidato a Miles (due chorus). Arriva il turno di Coltrane per altri due chorus, in pratica stiamo parlando di un unico accordo che viene letteramente "strapazzato" in ogni modo possibile. Il solo di Cannonball è pulito ed essenziale, chiude la carrellata di solo quello di Evans con in sottofondo il tema iniziale. La traccia finisce con la riproposizione del tema che finisce in dissolvenza.



Freddie Freeloader (9.48)
Il brano ha la classica forma del blues in 12 battute. E' l'unico pezzo suonato da Wynton Kelly al pianoforte. Miles Davis è crudo ed essenziale, il pianismo nero di Kelly è perfetto. L'assolo di Coltrane è di una veemenza incredibile. Cannonball, poi, è graffiante e irruento. Il titolo Freddie Freeloader ("Freddie lo scroccone"), sembra si riferisca a Fred Tolbert, un barista di Philadelphia, amico di Miles Davis


Blue in Green (5.39)
Il malinconico Blue in green apre con la tromba sordinata che ha dato al suono di Davis un segno così distintivo da poterlo riconoscere alla prima nota. La tromba in questo brano sembra un anima triste che vaga alla ricerca di se stessa. L'atmosfera resa dal piano di Evans e dal sax di Coltrane è quella di un film noir.


All Blues (11.35)
Il brano si sviluppa con l'alternanza degli assoli dei vari musicisti su di un ostinato del resto del gruppo, sembra una sfida in cui, a turno, ogni concorrente deve raccontare la sua storia. Si tratta di un blues in 12 battute in 6/8.


Flamenco Sketches (9.27)
Il brano che chiude questo leggendario disco è una ballad elegante, dai richiami spagnoli. Il pianoforte di Evans ha un suono ipnotico ed impressionistico. Davis con la tromba sordinata crea quella sua tipica atmosfera cerebrale che poi si impreziosisce del suono caldo e aspro di Adderley e del lirismo di Coltrane. Riescono (come in tutto questo capolavoro) a fondere assieme armonia, semplicità e poesia.


Musicisti:
Miles Davis                     Tromba
John Coltrane                  Sax Tenore
Bill Evans                        Pianoforte
Cannonball Adderley       Sax Contralto
Jimmy Cobb                   Batteria
Paul Chambers               Contrabbasso
Wynton Kelly                 Pianoforte

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