E' il caso di Salvatore Bonafede (che potremmo avvicinare ai precedenti artisti menzionati: Max Ionata, espatriato in Giappone e Francesco Bearzatti, trasferitosi in Francia) nato nel 1962 e dal 1986 al 1997 residente negli Stati Uniti, diplomato alla più rinomata scuola americana di jazz (la Berklee) annovera collaborazioni del calibro di Joe Lovano, Marc Johnson, Enrico Rava e Paul Motian.
Idem dicasi per Marcello Pellitteri e Marco Panascia. Il primo, siciliano come il leader, stanzia con buona fortuna a New York collaborando con nomi da far saltare giù dalla sedia; il secondo, veneziano, dal 2002 anche lui risiede nella Grande Mela, affiancando il top del jazz d'oltreoceano.
Il crossover Italia-U.S.A. è servito e ne scaturisce un lavoro robusto, polistilistico, ricco di contrasti ritmici, timbrici e melodici.
"Ho registrato questo disco in un momento in cui mi sentivo ricco di energia. Così ho suonato la musica che percepivo più vicina, con dentro i miei pensieri, le mie confessioni, le mie preoccupazioni. Ogni brano racconta la sua magica verità".
Non posso che condividere le parole di Salvatore Bonafede, introduzione sincera e senza veli alla sua ultima fatica discografica. Perché di energia in Sicilian Opening ce n'è in abbondanza. Anche se in forma singolare, insolita, spesso riflessiva, una sorta di flusso interiore dell'anima portato prepotentemente in superficie grazie alla sensibilità ed al sentire comune dei tre musicisti.
Vi è un filo rosso, non sempre percepibile ma significativo, che rende organica un'incisione eterogenea nel mood, nelle atmosfere, nelle storie raccontate. E sta nel contrasto stimolante e per certi versi sorprendente, tra una ritmica esuberante, incisiva, incalzante e l'approccio pianistico di Bonafede. Che è pervaso da una matrice melodica figlia della terra d'origine, ammantata di grazia e di soave leggerezza in qualsiasi contesto esecutivo, anche il più ritmicamente e armonicamente complesso.
Una musica melodicamente frizzante, perfettamente supportata da una sezione ritmica in gran forma e assolutamente pertinente, che mette in rilievo la vena lirica ed il gusto mediterraneo di Bonafede, attento ai temi ma anche all'aspetto puramente ritmico del trio, bilanciato e coeso. Come sempre negli album del pianista a conquistare immediatamente è l'aspetto cantabile delle composizioni, ma nel corso di ripetuti ascolti si intuisce un profondo lavoro armonico ed un attento coinvolgimento della ritmica.
Diversi i momenti particolarmente riusciti. A partire dalla title-track, uno zydeco ammaliato dal sole di Sicilia e dal pianoforte cristallino di Bonafede, una splendida, frizzante rilettura della beatlesiana "Blackbird," "Italian Ingegno" dal gioioso andamento gospellizzante, la dolcezza di "Lode al Silenzio". Ma l'intero album ha qualità, non presenta punti deboli o cedimenti.
1. Sicilian Opening (4.18)
2. La Grande Ilusiòn (4.36)
3. Ideal Standard (6.03)
4. Bbbb (3.34)
5. WWW (4.43)
6. Blackbird (4.40)
7. It Plays From Far (
8. Appunti su Palermo
9. Italian Ingegno
10. Lode al Silenzio
11. She's Leaving Home
12. Torre Ligny
Musicisti
Salvatore Bonafede (pianoforte)
Marcello Pellitteri (batteria)
Marco Panascia (contrabbasso)
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