lunedì 13 febbraio 2012

JULIAN LAGE: GLADWELL


Julian Lage è un giovane chitarrista che sin dalla più tenera età è stato segnalato come un predestinato delle sei corde. La storia della musica è piena di bambini prodigio che hanno stupito i loro contemporanei e Julian Lage sa confermare questa tradizione mantenendosi fresco ed interessante anche dopo aver raggiunto la maggiore età. Da alcuni anni è il chitarrista del gruppo di Gary Burton, uno che di chitarristi se ne intende, avendo avuto al suo fianco almeno una dozzina di ottimi interpreti dello strumento fra i quali ricordiamo Jim Hall, Larry Coryell, Jerry Hahn, Mick Goodrick e Pat Metheny. Possiede già una forte personalità che gli permette di far collimare in maniera naturale la sua formazione chitarristica di stampo "classico"con il rock, il bluegrass, il funk e ovviamente il jazz, che conosce benissimo. La sua tenica prodigiosa testimonia il suo impegno anche nello studio  della musica  contemporanea e minimalista che dimostra di conoscere a meraviglia.
Gladwell (nome di un piccolo villaggio immaginario che fa da elemento tematico per questo lavoro) è il secondo album di Julian Lage e conferma la bontà del primo CD (Sounding Point, nominato per il Grammy Award nel 2009). La formazione base è rimasta praticamente immutata, con la sostituzione del saxofonista (che adesso è Dan Blake). Assume maggiore peso il violoncello di Aristides Rivas che nel primo album era presente solo in alcuni brani mentre adesso è membro della band a tutti gli effetti.

Il suono è curiosamente fuori dal tempo, sospeso in una nicchia fatata che lo spinge indietro nella prima metà del secolo scorso per poi farlo riemergere senza soluzione di continuità ai giorni nostri, senza mai andare però verso il futuro. E' una musica educata che però non diventa mai stucchevole. Capace di accarezzarci elegantemente e di stuzzicare la nostra voglia di bellezza. Il tasso di classicità è decisamente elevato ma il sofisticato gioco di incastri e di equilibri impedisce pericolose calme di vento e il gioco si mantiene magicamente sempre brioso e coinvolgente, fluido al punto giusto. La perizia tecnica sopraffina di Lage e dei suoi compagni di strada ha ovviamente un ruolo decisivo in tutto questo.

Le composizioni originali del giovane chitarrista hanno la predominanza ma non mancano riproposizioni curate ed originali di vecchi standard come "Freight Train" e "Autumn Leaves" che vengono presi per mano e riconvertiti al mondo di Gladwell, il villaggio segreto della innocenza.  


"223 Butler" è un brano jazz fuori dal comune e quasi estraneo a ciò che normalmente viene pensato come jazz. Il sound che ne esce suggerisce idiomi diversi, ma non si adatta perfettamente a nessuno di essi: le percussioni ripercorrono lo stile di Lage con dei pattern che spesso si possono scambiare tra loro, il violoncello si fonde con il sassofono di Blake creando una perfetta sintesi tra musica da camera e jazz, entra anche qualche sentore groove. Lage si rivela un direttore in grado di assumere il ruolo di solista senza esagerare e lasciando lo spazio che si meritano gli altri musicisti mettendo sempre in evidenza il suono particolare che ne esce. 

Per la bella ballad "Margaret", Rivas porta ancora quel tocco leggermente classico che gli conferisce una vena caratteristica. Gli assoli di Lage sono colmi di espressività e sentimento e fa in modo che le prestazioni dei vari compagni restino in evidenza ma comunque in secondo piano rispetto alla forza del suono d'insieme. Un po' come mettere la ciliegina su una torta meravigliosa. 

In altri tre pezzi, "Point The Way", "Cattedrale" e "Listen Darkly", Lage conversa con se stesso attraverso una tecnica di sovrapposizione del suono della propria chitarra.

Insomma questo disco, consigliatomi, mi ha impressionato per la qualità, lo stile e l'eleganza delle soluzioni melodiche e armoniche, ma anche per la tecnica sopraffina dei musicisti che l'hanno inciso, son sicuro che risentiremo parlare molto presto di questo chitarrista.

01. 233 Butler (5.34)
 


02. Margaret (6.49)
 


03. Point The Way (2.12)
 


04. However (6.27)
 


05. Freight Train (2.10)
 


06. Cathedral (2.09)
 


07. Listening Walk (4.28)
 


08. Cocoon (2.21)
 


 09. Autumn Leaves (3.16)
 


10. Iowa Taken (9.06)
 


11. Listen Darkly (1.08)
 


12. Telegram (4.53)



Musicisti
Julian Lage (chitarra);
Aristides Rivas (violoncello);
Tupac Mantilla (percussioni),
Jorge Roeder (basso);
Dan Blake (sax).



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